Vladimir Putin si sta preparando a una guerra contro la Nato e l’Europa; l’Ucraina deve prepararsi al peggio. Sono ormai molti i rapporti di intelligence militari che lanciano l’allarme, infatti molti paesi del Nord Europa si stanno preparando. Le preoccupazioni europee aumentano dal momento in cui il suo storico alleato è guidato da un leader che disprezza l’Europa. Gli Stati Uniti di Donald Trump non promuovono più relazioni con il vecchio continente; in realtà Trump è affascinato da Putin, lo rispetta, e rifiuta categoricamente sanzioni ai danni del Cremlino a seguito dell’aggressione all’Ucraina. Il vertice della Nato del 24 e 25 giugno all’Aia dirà tanto sullo stato dell’alleanza Atlantica. Attualmente non gode affatto di buona salute: è lesionata, continuamente attaccata all’interno, rischia di crollare su se stessa a causa di una potenziale uscita degli Usa.

Il ministro degli Affari Esteri della Germania, Johann Wadephul, ha rilasciato un’intervista in cui ha detto: “Eviterei di usare il termine ‘guerra’, ma non siamo più in una situazione di pace assoluta con la Russia”. Tuttavia, c’è grande preoccupazione per i capi militari tedeschi. La Russia sta rafforzando le sue capacità militari attraverso la produzione di carri armati e munizioni, rifornimenti pensati anche per un eventuale attacco contro l’Occidente (sono parole del capo di stato maggiore della Bundeswehr, il generale Carsen Breuer). Putin ambisce a raddoppiare le sue forze armate entro il 2026, ponendosi l’ambizioso obiettivo di 1,5 milioni di soldati. Mosca sta rafforzando considerevolmente il suo impianto infrastrutturale militare a ridosso dei confini della Nato, specialmente vicino alla Finlandia. Secondo il generale di divisione tedesco, Christian Freuding, le forze russe potrebbero vantare una capacità militare tale entro pochi anni, da poter così sferrare un attacco contro i paesi Nato già nel 2029. C’è da chiedersi dove Mosca sferrerebbe l’attacco. I confini della Russia con i paesi Nato sono particolarmente sensibili: la Finlandia? Un Paese baltico? Il Generale Breuer pensa che se la Russia dovesse colpire, lo farebbe nella zona di Suwalki, la striscia di terra di confine tra Lituania, Polonia, Bielorussia e Russia, una zona considerata altamente vulnerabile.

Si pensava che la guerra in Ucraina avesse ridato vigore all’Alleanza atlantica, ma è stata un’illusione. I paesi del sud Europa sono restii a mobilitarsi, ritengono la guerra un affare troppo lontano dai loro confini, non avvertendone il pericolo. Il loro rapporto di spesa per la difesa su Pil non raggiunge il 2%, e non sono affatto propensi ad aumentarlo. Sulla parte est dell’Europa, Ungheria e Slovacchia rifiutano di aiutare l’Ucraina per non chiudere i rapporti con Mosca. Putin non sta aspettando altro che una completa ritirata degli USA dall’Europa, con gli europei chiamati a gestire la propria difesa. Ragion per cui diventa motivo di grande interesse capire cosa Trump risponderà al summit della Nato. Magari apprezzerà il fatto che l’Europa si sta impegnando per potare la propria spesa militare a un deficit del 5% come richiesto, oppure rimarcherà il fatto che non si tirerà indietro dal difendere l’Europa e l’Ucraina. È la speranza del segretario generale della Nato Mark Rutte: “Vogliamo che la Nato sia più temibile. Dobbiamo far passare il messaggio ai cittadini. C’è una minaccia”.

Il Cremlino conferma pienamente questa preoccupazione: “La sconfitta totale dell’Ucraina – con la sua semplice capitolazione che potrebbe avere un effetto domino sull’Europa – rimane il nostro obiettivo, ma sarà estremamente costosa, se non proibitiva, perché porterebbe alla morte di migliaia dei nostri migliori figli, se non fosse rafforzata da un ricorso più attivo alla deterrenza nucleare, che io sostengo per uscire da questo vicolo cieco“, ha detto Sergei Karaganov, direttore del Consiglio per la politica estera e di difesa in un’intervista pubblicata dalla rivista Le Grand Continent, spesso dipinto come la mente principale della politica estera russa.

Leave a Comment